22 Agosto, 2018 | Carpa | Articoli | Notizia
0 CommentsThomas Santandrea spiega la storia dell’amur e come catturarli…
La carpa erbivora o più comunemente amur ha origini asiatiche e prende il nome proprio dal fiume in cui nacque, ovvero il fiume Amur. Appartiene alla famiglia dei ciprinidi e fu introdotto in Italia nel secolo scorso.
È un pesce meraviglioso di una forza davvero unica, ha il corpo di forma cilindrica affusolata con una coda possente che ne garantisce una forza e una velocità unica. In certe condizioni può raggiungere anche i quaranta chili di peso per una lunghezza di centoventi centimetri.
In Italia è molto conosciuto in quanto è presente in diversi fiumi, laghi e canali del centro nord, si adatta a qualsiasi tipo di acqua e la riproduzione avviene solo in determinate situazioni di temperatura e ossigenazione dell’acqua molto buona, inoltre avviene in età avanzata circa ad otto/dieci anni di vita. È molto ambito dal carpista medio che aspira almeno una volta nella vita a catturarne un esemplare. Si nutre abitualmente di alghe ed erbe acquatiche ma non disdegna assolutamente i microrganismi acquatici soprattutto invertebrati, prevalentemente la sua alimentazione è a base di vegetali tanto è vero che l’esca migliore per insidiarlo è il mais.
Con il passare degli anni e con le abitudini dei carpisti ha iniziato ad alimentarsi di tiger nut e boiles che rappresentano tutt’oggi un’esca molto gradita dagli erbivori. Avere a che fare con uno di questi bellissimi pesci significa provare emozioni forti, il combattimento è davvero divertente e soprattutto non scontato. Decido di dedicare una sessione alla ricerca di grandi erbivori e per l’occasione mi affido alle mie immancabili esche Dynamite Baits.
Una canna decido di calarla con un innesco bilanciato “the source” mentre nell’altra decido di adottare un innesco Monster Tiger Nut snow man, il tutto con una bella e ricca pasturazione di tiger nut. In questa sessione di due giorni e una notte porto a guadino due bellissimi esemplari che mi hanno messo a dura prova l’attrezzatura, facendomi sudare le famose sette camicie.
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